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RICICLATI AD ARTE
La nostra ricerca è iniziata con la scoperta dell’esistenza di tubi di gomma trasformati in vasi, vecchi pneumatici reimpiegati in borse o poltrone, filtri doccia per porta incenso e perfino coni di pasticceria per raccogliere le perle di una collana: sono le originali realizzazioni dell'eco-design, un'arte antica oggi tornata alla ribalta che coniuga tutela dell'ambiente, sostenibilità economica ed estro creativo.
Trasformazione: è la parola chiave dell'ecodesign, disciplina e arte antica, che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede, diventando tendenza. Alastair Fuad-Luke, nel suo libro Eco-design, dichiara: "i designer possono contribuire a rallentare il degrado dell'ambiente più degli economisti, dei politici, delle imprese e anche degli ambientalisti".
Come dice il nome stesso, l'ecodesign è design ecologico per un futuro sostenibile.
Naturale e artificiale: Prima della rivoluzione industriale, il design ecologico era la norma per molte culture. Mobili e prodotti venivano realizzati dagli artigiani con materiali reperiti in loco. Con l'introduzione delle innovazioni tecnologiche e la 'migrazione' dei lavoratori verso la città, cominciarono a porsi le prime questioni ambientali. A cercare di dar loro una soluzione fu il movimento Arts and Crafts (Arti e Mestieri, 1850-1914), che nacque con l'intento di individuare nuovi metodi di produzione capaci di combinare l'elevata produttività con il basso impatto ambientale. Questo approccio, che si rifaceva ai modelli offerti dalla natura, pose le basi per i primi movimenti modernisti europei. Oggi con il termine eco-design si intendono realtà anche molto diverse tra loro. Da un lato, infatti, si fondano sulle forme di adattamento della biosfera, con la scelta di materiali esclusivamente biologici, dall'altra, invece, puntano a coniugare bio e tecnosfera, componendo oggetti con materiali naturali ma anche riciclicati da quelli industriali.
Uno stile "sostenibile": Utilizzando software appropriati sulle cause dell'impatto ambientale, con liste di riscontro, i designer possono progettare materiali, prodotti e servizi che soddisfino i bisogni dell'uomo, ma senza esaurire le risorse naturali e artificiali, non arrecando danno all'ecosistema e non limitando perciò la possibilità di scelta delle generazioni presenti e future. Le regole da seguire sono molte. Bisogna sfruttare risorse rinnovabili, consentire la separazione dei componenti dei prodotti alla fine del loro ciclo di vita, eliminare eventuali sostanze tossiche o pericolose, utilizzare materiali reperibili in loco, promuovere un dibattito che non sia solo artistico ma anche politico sull'eco-pluralismo